Manca un mese esatto alla palla a due che sancisce l’inizio della manifestazione estiva più attesa del globo cestistico e, mai come quest’anno, all’importanza ed al prestigio dovuti alla decima candelina del TdS, si accompagna una fitta, fittissima nebbia relativa ai “rumors” da campazzo, ai compro/vendo, ai domicilii straordinari, e via dicendo.
A tal proposito, abbiamo voluto far due passi per la Serenissima, e verificare con i nostri occhi che aria tiri in ognuna della casate sestierine, per cercare di capire (ma spesso solo supporre) cosa bolle in pentola e che assi nella manica sono pronti a giocare i Capisestiere.
Da anti-metropolitani quali siamo, partiamo da ciò che più lontano si trova rispetto al Ponte della Libertà, ossia dall’isola (camuffata a “sestiere”) del Lido.
Facendo “ciaf ciaf” con i piedi sulla battigia tra Consorzio e Des Bains, ogni attento osservatore, da qualche giorno, non può fare a meno di notare l’assenza circospetta (e più che insolita, vista la stagione estiva ormai inoltrata) di TUTTI i giocatori di pallacanestro compresi tra i 16 ed i 40 anni.
Come Uncle Sam con gli yankee nella prima guerra mondiale, sembra che la chiamata alle armi del neo coach Ragazzi sia stata totale, assoluta e definitiva: una volta ricevuta la (insolita) “carta bianca” dal buon Sao per quanto riguarda le scelte, il coach ha optato per un reclutamento che non vede limiti di categoria o privilegi di stima e simpatia. Selezione naturale. Punto. I 12 più forti. Punto.
Che ne verrà fuori? Qualcuno parla di esclusioni eccellenti a causa di una stagione giocata a metà, altri danno per certo il ritorno di lunghi in grado di aprire il campo. E poi, poi c’è quell’enorme “Q” che molti ritegono esclusa a priori dalla manifestazione per i soliti, noiosissimi divieti imposti dalle categorie blasonate. Intanto, però, la delegazione lidense era certamente la più corposa a quelle finali di Lega Silver…
Prendiamo un battello, e dopo un paio di fermate smontiamo ai Giardini, nel cuore del sestiere campione in carica, e immediatamente ci accorgiamo di come tutto sia diverso rispetto ai ragazzi in blu.
La netta sensazione, e vorremmo sbagliarci, è che questo secondo titolo abbia dato un po’ alla testa agli Arsenalotti. Simbolo di tale flessione nervosa sembra essere proprio l’MVP della scorsa edizione, ora più dedito alla cinepresa che alla palla a spicchi; e poi quel suo amico, quello che ha affittato un bilocale in Rugagiuffa ed ora è così impegnato nella ricerca di un nuovo coinquilino che forse salta pure qualche allenamento.
Insomma, a LeleJ si chiede una strigliata ai suoi ragazzi, perché l’ebbrezza è cosa da godere temporaneamente, pena pesanti crolli. Ah, a proposito di “Lele”: c’è un’altra gatta da pelare, e riguarda il niet da parte del signore con la mosca che per due volte ha saputo timonare fino alla vittoria gli Uomini in Rosso; lui s’è rilassato così tanto da fissare le ferie in concomitanza con il nostro Beneamato Torneo. A proposito di “Casteo Pride”.
Però, però, però: le carte direbbero che sotto le plance, dove i rossi hanno storicamente patito, potrebbe esserci un regalo oriundo che forse addolcirebbe la pillola dovuta al cambio allenatore. A proposito: chi si aggiudicherà la panchina più difficile da rilevare? Chi rischierà di essere il Rafa Benitez di Josè Mourinho? L’unica certezza è che serve qualcuno che il timone sappia tenerlo bene in mano…
Ora facciamo due passi, e ci addentriamo nel Sestiere Nobile della città: San Marco. A Murano, visti i festeggiamenti, abbiamo preferito non sbarcare per timore di prenderci un involontario malrovescio da parte di uno dei festanti, e abbiamo ripiegato sul centro storico.
Consci dell’indole mecenatista del Caposestiere più discusso della decade, ci rechiamo non a caso in uella calletta che affianca il comune, a due passi da Campo San Luca, dove sappiamo esservi l’Ufficio Anagrafe. Ed eccolo là. Preso da un’accesa conversazione telefonica, Omar Ferro sembra più indaffarato di un broker fuori dallo Stock Exchange di Wall Street: compra, vendi, acquista residenze, converti domicilii.
I tabloid più fantasiosi parlano di un quintetto composto da Giachetti, Causin, Rosselli, Quarisa, Szewczyk, i primi due assunti come bigliettai al cinema Rossini, gli altri tre accampati tra le abitazioni di Boscolo e Regalini. A casa di Omar non entra nessuno.
Insomma, come sempre al Presidente riesce benissimo l’alzata della cortina di fumo attorno ai suoi affaires sottobanco, quest’anno ancor più fitta perché commistionata a quella per gli acquisti della Virtus dell’anno prossimo. Ma qualcosa trapela, qualcosa si sa: più di qualcuno dà per certa una sorta di successione in panchina rispetto all’anno passato; avete presente il vice che prende 8 nelle “pagelle del d.s.”? Quello che per molti anni ha militato nelle fila dell’Impero del Male?
Ah, altra cosa: nessuno crede che Omar si lascerà scippare la sua Perla Nera così, senza opporre resistenza alla bieca burocrazia dell’Ufficio Anagrafe. Quello sotto è roba sua. O così crede.
Beh, muoviamoci, che ci attende la visita ad un sestiere che fa discutere sempre.
Se la pressione è qualcosa di tangibile, in Strada Nuova dire che l’aria è rarefatta è un eufemismo. Proviamo a chiedere ad uno dei pochissimi passanti, ma nessuno sa nulla, nessuno dichiara di conoscere i movimenti dei bad boys in verde. C’è più omertà qui che nella direzione PSI nel ’92.
Proviamo allora a ricostruire noi, visto che qui la gente sembra pagata per non parlare: il Dottore, in un modo o nell’altro, è riuscito ad essere riconfermato anche a seguito della quinta debacle consecutiva, e dunque sembra godere dell’appoggio incondizionato degli abitanti. Per il resto, tante supposizioni e poche certezze.
In panchina, una voce ha iniziato a circolare prima di ogni altra, fomentata poi da quel fotogramma di un paio di articoli fa che raffigura un abbraccio tra il Caposestiere ed il coach neopromosso di stampo ellenico. Accordo già stipulato? Lui fa la corte a loro? Loro sono alla caccia di qualcuno che sappia far vincere? C’è già un altro nome? Mmmmah. Qui, davvero, chi vivrà vedrà. Per ora, è SILENZIO ASSOLUTO.
E quando i verdi sono in missione, quando gli spazi liberi all’Umberto I° diventano sempre meno, c’è da tremare un po’ per tutti.
Bene bene, giù per Lista di Spagna e pronti a passare il Ponte degli Scalzi: cominciamo ad essere un po’stanchi, ma a differenza di altre volte, quest’anno siamo più che curiosi di farci un giro per il “doppio sestiere in grigio”, specie a seguito di quanto è trapelato in merito al loro regime di preparazione pre-torneo.
Noi, al di là delle chiacchiere, ci ancoreremo alle poche certezze che abbiamo: la prima è che a sedere sulla panchina sembra esserci non uno, non due, ma bensì un “triumvirato di coaches”, vero unicum nella storia del TdS. E qui il busillis è: tanta scienza o tanta caciara? Vedremo.
Ciò che invece può e deve destare preoccupazione agli altri sestieri è il roster: SE CI SONO TUTTI (condizione imprescindibile per un sestiere spesso tartassato dalle assenze), questi fanno sul serio. Rispetto alle ultime edizioni, quest’anno ci dovrebbe essere una bella manciata di punti in più nelle mani degli esterni e, forse, un po’ di “supporting cast” alle Twin Towers là sotto.
Problema: i documenti d’identità non mentono, e gli anni avanzano anche per i campioni. Ma il sorgere di una nuova generazione che già l’anno scorso aveva fatto intravedere qualcosa di buono, e la grande esperienza dei Senatori, forniscono un “sull’attenti” valido per tutti.
Ultima cosa: il silenzioso Caposestiere Muner è al suo primo, vero banco di prova: conoscendolo, nessuno pensa che abbia voglia di incassare una brutta figura.
Concludiamo il nostro tour con un bel gianduiotto da Nico, in riva alle Zattere, nel cuore del sestiere “canarin”.
Sulle locandine del Gazzettino affisse all’edicola campeggia nuovamente il titolone «È la volta buona!»: sempre così, direte voi. E invece stavolta sembra essere, manco a dirlo, DAVVERO la volta buona. Perché?
1) Con encomiabile solerzia, all’alba del 15 luglio dell’anno passato era già pronto l’accordo con il coach: sradicare uno Zanchi dal Lido non era facile, ma fa capire quanto tutti, lui compreso, credano nella rinascita di Dorsoduro.
2) Torre: presente. Seconda torre (neo-acquisto): presente. Giovani e giovanissimi “alta qualità”: presenti. Cavallo Pazzo: presente. Storici: presenti.
In poche parole, quest’anno non manca nessuno, ma nessuno nessuno.
La loro “cazzimma” sarà una sprone o rischierà di far commettere l’ennesimo autogol? Questo non possiamo saperlo ora. Intanto, siete tutti legittimati a temerli.
Che male alle gambe, che tour dispendioso: ma che figata è ‘sto torneo?
GC Jr.

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